Una passeggiata tra luoghi nascosti, antiche leggende ed oggetti misteriosi
Chi non ha mai sentito parlare del romantico balcone di Giulietta o della famosa Arena di Verona, ogni anno spettacolare cornice di decine di concerti ed opere liriche, o del suggestivo Castelvecchio, castello difensivo medievale della famiglia dei Della Scala, ora sede del museo civico? Oggi, però, vogliamo guidarti alla scoperta di un altro aspetto di Verona, molto meno noto sia ai turisti che ai locali: un breve tour per farti conoscere alcuni tra i numerosi luoghi ed oggetti nascosti che caratterizzano questa incantevole città. La nostra passeggiata inizierà da Corso Cavour, la via in cui sorge anche Castelvecchio, attraverseremo poi Porta Borsari, antica porta delle mura romane costruita nel I secolo d.C., e proseguiremo lungo Corso Porta Borsari fino ad arrivare alla piazza più antica di Verona, Piazza Erbe, ed alla sua sorella adiacente, Piazza dei Signori.
IL “GENIUS LOCI”
Raggiungi la fine di Corso Cavour e svolta a sinistra imboccando Via Diaz, la strada che da Ponte della Vittoria conduce a Corso Porta Borsari. Sul muro esterno di uno degli edifici di Via Diaz puoi scorgere una figura davvero particolare. Si tratta dell’originario Genius loci dell’antica religione romana, un personaggio alato rappresentante “il genio del luogo abitato e frequentato dall’uomo”, ovvero il genio protettore della città. L’antichissima pietra contenente questa figura misteriosa, ora posizionata orizzontalmente a toccare con il marciapiede, faceva parte storicamente di un vero e proprio tempio dedicato al Genius loci. Oggigiorno i Veronesi credono ancora che questa un’entità soprannaturale abbia il potere di proteggere ogni persona che passi davanti a lei, portandole una grande fortuna. Meglio approfittarne dunque!
CORSO PORTA BORSARI
La strada più importante della Verona romana racchiude segreti e tesori nascosti ad ogni angolo. Già affianco all’antichi archi di Porta Borsari, puoi notare un bassorilievo raffigurante una corazza, schinieri ed una spada, tutti simboli militari utilizzati dapprima per onorare il dio Marte e in seguito per rappresentare San Giorgio e San Michele Arcangelo.
Passeggiando lungo Corso Porta Borsari, osserva attentamente gli antichi muri che intervallano i negozi ai lati della strada. Su un palazzo all’angolo con via Catullo, puoi vedere una grande testa di Medusa, originariamente parte di antiche terme, usata in seguito per proteggere i sepolcri terrificando i malintenzionati. Dall’altra parte, puoi scorgere un fauno con la coda di pesce, o un tritone su una conchiglia secondo altre interpretazioni, appartenuto una volta al tempio di Giove. Torna anche qui il tema funerario, ed infatti si credeva che queste creature fantastiche avessero il potere di accompagnare le anime dei defunti nel mondo dell’Aldilà.
IL POZZO DELL’AMORE
Continua su Corso Porta Borsari fino all’altezza del civico 15 e qui svolta a destra entrando in Vicolo San Marco in Foro. Dopo pochi passi, vedrai aprirsi alla tua sinistra un vicoletto cieco; qui si trova Il Pozzo dell’Amore. Questo antichissimo pozzo, fatto di vera pietra locale e ferro battuto, è legato ad una tragica storia d’amore, divenuta leggenda: la storia tra il soldato Corrado di San Bonifazio e Isabella del Casato dei Donati. Siamo nella Verona dei primi anni del Cinquecento, ed in particolare tra il 1509 ed il 1516, sotto il dominio dell’Imperatore Massimiliano. Il giovane Corrado si era perdutamente innamorato della bella Isabella, ma la donna sembrava non corrispondere i suoi sentimenti e rifiutava ogni corteggiamento. La storia narra che una sera, durante una passeggiata, Corrado accusò Isabella di essere fredda come l’acqua del pozzo che si trovava in quel momento accanto a loro e lei, in risposta, lo sfidò a buttarcisi dentro per sentire se effettivamente l’acqua di quel pozzo fosse davvero tanto gelida. Era pieno inverno, ma Corrado, che tentava in tutti i modi di conquistare l’amata, decise di accettare la sfida e purtroppo morì affogato. Isabella, che in realtà era davvero innamorata del giovane, si sentì così terribilmente in colpa per ciò che era accaduto da scegliere di morire con lui seguendolo nel gelido pozzo. Da allora quel pozzo è conosciuto in tutto il mondo come Il Pozzo dell’Amore ed è visitato ogni anno da milioni di innamorati. Fermati anche tu per un attimo ad ammirarlo ripensando a questa triste storia d’amore. Incisa su una targa in ottone, leggerai:
“Getta nel pozzo un solo soldino, pensa un momento al tuo destino, non ti distrarre, non far rumore… eccolo… eccolo… arriva l’amore!”.
L’ARCO DELLA COSTA
Raggiungendo la fine di Corso Porta Borsari, vedrai aprirsi dinnanzi a te la spettacolare Piazza Erbe. Attraversa la piazza lasciandoti sulla sinistra i numerosi ristorantini e bar da aperitivo fino ad arrivare all’Arco della Costa, l’arco che separa Piazza Erbe da Piazza dei Signori (quest’ultima detta anche Piazza Dante, per la statua di Dante che svetta nel suo centro). Alza lo sguardo e noterai un particolarissimo osso. Numerose e misteriose sono le storie ad esso collegate. Alcuni parlano di una costola di una balena o di un ittiosauro, un grande rettile marino preistorico, altri invece credono addirittura che si tratti di una costola del demonio, e altri ancora raccontano di un fossile ritrovato dagli antichi abitanti di Verona nelle montagne circostanti e appeso lì a protezione della città stessa. Ipotesi smentita, invece, quella della reliquia portata a Verona da alcuni crociati di ritorno dalla Terra Santa, nella seconda metà del Cinquecento; il misterioso oggetto, infatti, è presente in una stampa del Settecento, ma non in un dipinto della prima metà del Seicento. L’ipotesi più accreditata, comunque, rimane quella di un’insegna pubblicitaria della storica farmacia situata proprio sotto l’arco. Un tempo, infatti, si credeva che la polvere ottenuta grattugiando le ossa di balena avesse un forte potere curativo.
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